QUELLE MACCHIE SOSPETTE

La diagnosi precoce del melanoma

Programmi di prevenzione e diagnosi precoce hanno dimostrato, soprattutto negli ultimi dieci anni, che di melanoma si può guarire. Se scoperto precocemente ed eliminato con una corretta asportazione chirurgica durante la fase di sviluppo iniziale, questo tipo di tumore è del tutto guaribile, perché il rischio che abbia invaso altri organi bersaglio (metastasi) è pressoché nullo.
Per una corretta diagnosi precoce è necessario innanzitutto distinguere il melanoma dai nevi comuni. La presenza sulla nostra pelle di nevi o nei è normale: di solito si tratta di innocue macchie di forma rotondeggiante regolare, piane o rilevate, di colore marrone chiaro o scuro uniforme, dimensioni di pochi millimetri di diametro e crescita lenta e graduale.
I nevi possono essere già presenti alla nascita (nevi congeniti), ma la maggior parte di essi (98%) si sviluppa più tardi nel corso dei primi 30 anni di vita (nevi acquisiti). Quello a cui si deve fare molta attenzione è il cambiamento sulla superficie di un neo.
Due regole ci aiutano a identificare i nei o le macchie sospette.

La Regola dell’ABCDE

Osservare con cura i nei o le macchie sospette facendo caso a:
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La Regola del Brutto Anatroccolo

Un metodo efficace è di prestare sempre attenzione ad ogni variazione inattesa di nei già presenti o alla comparsa di un neo che spicca e si differenzia per colore e forma dagli altri come una sorta di “brutto anatroccolo”: in questi casi è sempre buona regola sottoporre il problema all’attenzione dello specialista.
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Gli strumenti della diagnosi

Durante la visita dermatologica, contemporaneamente all’osservazione diretta ad occhio nudo delle macchie scure pigmentate, si possono effettuare esami strumentali che consentono di identificare meglio la natura della lesione.

Oggi i dermatologi dispongono di strumenti sempre più accurati che permettono di ingrandire la lesione ed evidenziare aspetti non visibili ad occhio nudo. I principali aspetti che vengono evidenziati riguardano la simmetria della lesione, la regolarità dei bordi, i colori con la relativa distribuzione e la presenza di parametri strutturali.

Quali sono gli strumenti utilizzati?

• Il dermatoscopio è uno strumento di piccole dimensioni, portatile, con una sorgente luminosa costituita da una lampada alogena, localizzata ad una estremità, dove è situata anche una lente d’ingrandimento.
• Il videomicroscopio è costituito da una sonda, contenente una telecamera collegata ad un computer. La sonda viene poggiata direttamente sulla lesione che, ripresa dalla telecamera, è visibile sul monitor a colori del computer.
• Lo stereomicroscopio è uno strumento costituito da un supporto snodabile montato su un particolare microscopio, dotato di due oculari, che utilizza diversi ingrandimenti e può essere collegato ad un computer per mezzo di una telecamera con la possibilità di avere le stesse funzioni del videomicroscopio.
• La microscopia confocale è una nuova tecnica diagnostica non invasiva che produce immagini tissutali in vivo con una risoluzione quasi istologica (biopsia ottica virtuale). Tale strumento è attualmente utilizzato solo nei centri altamente specializzati.

Quando è indicato l’esame strumentale dei nei?

Nella valutazione di tutte le lesioni pigmentate e parzialmente pigmentate della cute è sempre molto utile integrare l’esame clinico con l’esame dermatoscopico.

Con quale certezza si può fare diagnosi con questi strumenti?

Un esaminatore esperto riuscirà ad interpretare gli aspetti morfologici a volte estremamente complessi visibili con queste metodiche ed individuare melanomi in fase iniziale. Tuttavia bisogna ricordare che la diagnosi certa può basarsi solo su un riscontro istologico. Pertanto è sempre consigliabile fare asportare le lesioni che il dermatologo considera dubbie.