informazione nel melanoma

Eventi avversi della terapia a bersaglio molecolare (target therapy)

a cura di Elena Marra e Simone Ribero

Per il trattamento del melanoma metastatico sono possibili tre trattamenti di combinazione con inibitori di BRAF e MEK (BRAFi/MEKi) [1,2]:
- vemurafenib + cobimetinib
- dabrafenib + trametinib
- encorafenib + binimetinib.

Questi tre trattamenti presentano distinti profili di sicurezza, nello specifico inoltre Encorafenib ha un’emivita di 30 ore, rispetto alle 2 ore del dabrafenib e le 0.5 ore del vemurafenib [3]. Encorafenib presenta un blocco dell’inibizione più forte rispetto a dabrafenib o vemurafenib nelle cellule BRAF V600–mutate [3]. Encorafenib presenta inoltre una più ampia azione nelle cellule mutate senza però avere un’attivazione paradossa, questo spiega le differenze negli avventi avversi, specialmente per quelli cutanei, di questi 3 farmaci.

Gli eventi avversi riscontrati nei vari studi sono risultati essere seri nel 34%-37%, un discontinuazione del farmaco nel 13-15% dei casi è una riduzione/modificazione della dose nel 45%-55% dei casi. Eventi avversi gravi sono stati riportati con una maggior incidenza nei pazienti trattati con vemurafenib/cobimetinib (71%) rispetto a quelli trattati con gli altri regimi (52% dabrafenib/trametinib, 58% encorafenib/binimetinib) [4,5,6].

Chiare evidenze tra i vari farmaci sono state viste in alcuni eventi avversi quali:
- la diarrea,
- le artralgie,
- il rash cutaneo (comparsa di formazioni di irritazioni di diverso tipo della pelle),
- la fotosensibilità,
- l’aumento di transaminasi ALT epatica (soprattutto nell’uso di vemurafenib/cobimetinib),
- la febbre, l’aumento di pressione arteriosa, la tosse e i brividi (nell’uso di dabrafenib/trametinib),
- aumento dell’enzima Creatina Kinasi/CK nel sangue periferico (nell’uso di encorafenib/binimetinib).